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Paperino in versione Catullo - Silvia Gottardi (2C)

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IL PARLAMENTO DEI RAGAZZI



    Proposte di cittadinanza attiva dei ragazzi della Catullo.

INCONTRO CON IL SINDACO 3 A e 3 C
Come preparare le domande. Esempi di intervista.

 
 

Relazione dell'incontro del 2 Marzo 2015 in Palazzo Todeschini
Il docente:
Ieri sera, all'incontro pubblico tra la Giunta Comunale e i cittadini, abbiamo partecipato come scuola media Catullo con una rappresentanza di alunni della 3 A e della 3 C.
Con mia sorpresa, la riunione è stata molto partecipata dai miei alunni, eravamo una dozzina.
Premetto che ognuna delle due classi aveva due rappresentanti, eletti in classe in seguito a votazioni e che i ragazzi, divisi in gruppi, hanno lavorato, come sempre più o meno alacremente.
Avevamo prodotto, in tutto, 6 domande e una proposta di indizione di un concorso per giovani dal titolo "Desenzano in concorso", il cui regolamento e la cui presentazione abbiamo consegnato all'assessore Soncini.
Dopo tutto questo lavoro, ci accomodiamo ed io presento me e i ragazzi. Ci lasciano parlare per primi.
Le nostre domande erano, certo, circostanziate e l'abitudine della politica in genere ad allungare i tempi di risposta non ha né Destra né Sinistra, né Pd né Lega. Fa parte, probabilmente, del carattere istrionico che McSmith riconosceva nel dittatore italiano del Novecento e nel suo popolo.
Arrivo al fatto: l'assessore Maffi sta rispondendo alle nostre interrogazioni quando, dalla platea, un uomo protesta per il linguaggio troppo forbito.
Qui la distanza tra politica e cittadini. Qui la consonanza tra Guelfi e Ghibellini di ieri e di oggi.
Il linguaggio dell'assessore, lo ripeto, era forbito e prolisso, probabilmente, e la platea ha ascoltato per 40 o 45 minuti, tuttavia l'assessore rispondeva a tutta la platea e non solo a noi. I ragazzi non sono cittadini di serie B né sono così ingenui come molti credono.
Alla "colpa" dell'assessore si è aggiunta quindi la quella della platea. Di una signora che ha aggiunto "i ragazzi non hanno capito nulla!", cosa altamente probabile ma perché rimarcarla in pubblica piazza e gridarla ai ragazzi stessi che già lottavano contro l'imbarazzo di un debutto pubblico.
Infatti, a quanto un genitore mi diceva durante il percorso, "è la prima volta che partecipano ad un evento del genere".
Poi l'atmosfera si è scaldata, è intervenuto il moderatore, io avrei voluto dire la mia, forse mi è balenata in testa l'idea di fare alzare i ragazzi e andarcene, perché non si trattano così dei ragazzi coraggiosi e laboriosi che hanno accettato di venire a sentire le "chiacchiere" (perché così potrebbero aver valutato la cosa alcuni e sono venuti per spirito scolastico, di curiosità e precognizione di senso civico).
Quello che ci ha visti non volenti protagonisti è stato, dunque, un episodio significativo:
1) della distanza tra linguaggio politico e società;
2) dell'intolleranza delle parti;

Il Sindaco e la Giunta, a fine serata, si sono scusati per l'episodio, del quale non erano protagonisti ma vittime. Resta l'amarezza, nessuno è venuto a parlarci, del pubblico.







Ricerca di Floramo Amelia, Savani Sara, Cosi Raffaella e Marcoli Sofia (1 A)




LO STATUTO ALBERTINO

Lo statuto albertino prese il nome dal re che lo promulgò, Carlo Alberto di Savoia , fu
la costituzione del regno sardo-piemontese il 4 marzo 1848 a Torino. Fu chiamato
statuto e non costituzione per precisare che si trattava della concessione di un
sovrano e non dell’opera di una assemblea costituente eletta dal popolo. Il 17 marzo
1861 con la costituzione del Regno d’Italia divenne la carta della nuova Italia, valido
fino all’entrata della Costituzione della Repubblica italiana 1° gennaio 1948. Lo
statuto albertino nonostante abbia una fonte legislativa può essere considerato a
tutti gli effetti una costituzione breve. Lo Statuto Albertino si componeva di 81
articoli, 22 dei quali erano riservati a definire le prerogative del re, al quale era
attribuito il potere esecutivo, la nominale sovrintendenza del potere giudiziario, la
partecipazione al potere legislativo condiviso con il Parlamento. Il sistema era
bicamerale: il Senato era composto da membri nominati dal re; alla Camera dei
Deputati accedevano i rappresentanti della nazione. Erano garantiti i diritti
fondamentali dei cittadini(libertà individuale, di stampa, di riunione, di culto
religioso)e l’inviolabilità della proprietà individuale. Il cattolicesimo era una
“religione di stato”. Lo Statuto Albertino si adattò ai mutamenti sociali e istituzionali
che derivarono sia dall’unificazione d’Italia, sia dall’estensione del diritto di voto
accessibile solo ai ricchi di sesso maschile ( solo nel 1912 una nuova legge elettorale
estese il diritto di voto a tutti i cittadini maschi), sia dal passaggio nel 1922 dallo
stato liberale a quello fascista. La prima modifica che lo statuto subirà fu quella di
cambiar la bandiera dal colore azzurro a quello tricolore. La festa dello statuto
albertino fu celebrata la prima volta 27 febbraio 1848, dopo che lo statuto era stato
annunciato 8 febbraio ma non ancora proclamato. il cinquantenario dello statuto fu
celebrato il 4 marzo 1898 e fu celebrato anche durante il periodo fascista
nonostante già stato svuotato dal suo valore.
Art. 1. - La Religione Cattolica, Apostolica e Romana è la sola Religione dello Stato.
Gli altri culti ora esistenti sono tollerati
conformemente alle leggi.
Art. 2. - Lo Stato è retto da un Governo Monarchico Rappresentativo. Il Trono è
ereditario secondo la legge salica.
Art. 3. - Il potere legislativo sarà collettivamente esercitato dal Re e da due Camere:
il Senato, e quella dei Deputati.
Art. 4. - La persona del Re è sacra ed inviolabile.
Art. 5. - Al Re solo appartiene il potere esecutivo. Egli è il Capo Supremo dello Stato:
comanda tutte le forze di terra e di
mare; dichiara la guerra: fa i trattati di pace, d'alleanza, di commercio ed altri,
dandone notizia alle Camere tosto che l'interesse e la sicurezza dello Stato il
permettano, ed unendovi le comunicazioni opportune. I trattati che importassero un
onere alle finanze, o variazione di territorio dello Stato, non avranno effetto se non
dopo ottenuto l'assenso delle Camere.
Art. 6. - Il Re nomina a tutte le cariche dello Stato; e fa i decreti e regolamenti
necessarii per l'esecuzione delle leggi, senza
sospenderne l'osservanza, o dispensarne.
Art. 7. - Il Re solo sanziona le leggi e le promulga.
Art. 8. - Il Re può far grazia e commutare le pene.
Art. 9. - Il Re convoca in ogni anno le due Camere: può prorogarne le sessioni, e
disciogliere quella dei Deputati; ma in
quest'ultimo caso ne convoca un'altra nel termine di quattro mesi.
Art. 10. - La proposizione delle leggi apparterrà al Re ed a ciascuna delle due
Camere. Però ogni legge d'imposizione di tributi, o di approvazione dei bilanci e dei
conti dello Stato, sarà presentata prima alla Camera dei Deputati.
Art. 11. - Il Re è maggiore all'età di diciotto anni compiti.
Art. 12. - Durante la minorità del Re, il Principe suo più prossimo parente, nell'ordine
della successione al trono sarà Reggente del Regno, se ha compiti gli anni vent'uno.
Art. 13. - Se, per la minorità del Principe chiamato alla Reggenza, questa è devoluta
ad un parente più lontano, il Reggente, che sarà entrato in esercizio, conserverà la
Reggenza fino alla maggiorità del Re.
Art. 14. - In mancanza di parenti maschi, la Reggenza apparterrà alla Regina Madre.
Art. 15. - Se manca anche la Madre, le Camere, convocate fra dieci giorni dai
Ministri, nomineranno il Reggente.
Art. 16. - Le disposizioni precedenti relative alla Reggenza sono applicabili al caso, in
cui il Re maggiore si trovi nella fisica
impossibilità di regnare. Però, se l'Erede presuntivo del trono ha compiuti diciotto
anni, egli sarà in tal caso di pieno diritto il Reggente.
Art. 17. - La Regina Madre è tutrice del Re finché egli abbia compiuta l'età di sette
anni; da questo punto la tutela passa al
Reggente.
Art. 18. - I diritti spettanti alla podestà civile in materia beneficiaria, o concernenti
all'esecuzione delle Provvisioni d'ogni natura provenienti dall'estero, saranno
esercitati dal Re.
Art. 19. - La dotazione della Corona è conservata durante il Regno attuale quale
risulterà dalla media degli ultimi dieci anni. Il Re continuerà ad avere l'uso dei reali
palazzi, ville e giardini e dipendenze, non che di tutti indistintamente i beni mobili
spettanti alla corona, di cui sarà fatto inventario a diligenza di un Ministro
responsabile. Per l'avvenire la dotazione predetta verrà stabilita per la durata di ogni
Regno dalla prima legislatura, dopo l'avvenimento del Re al Trono.
Art. 20. - Oltre i beni, che il Re attualmente possiede in proprio, formeranno il
privato suo patrimonio ancora quelli che potesse in seguito acquistare a titolo
oneroso o gratuito, durante il suo Regno. Il Re può disporre del suo patrimonio
privato sia per atti fra vivi, sia per testamento, senza essere tenuto alle regola delle
leggi civili, che limitano la quantità disponibile. Nel rimanente il patrimonio del Re è
soggetto alle leggi che reggono le altre proprietà.
Art. 21. - Sarà provveduto per legge ad un assegnamento annuo del Principe
ereditario giunto alla maggiorità, od anche prima in occasione di matrimonio;
all'appannaggio dei Principi della Famiglia e del Sangue Reale delle condizioni
predette; alle doti delle Principesse; ed al dovario delle Regine.
Art. 22. - Il Re, salendo al trono, presta in presenza delle Camere riunite il
giuramento di osservare lealmente il presente
Statuto.
Art. 23. - Il Reggente prima d'entrare in funzioni, presta il giuramento di essere
fedele al Re, e di osservare lealmente lo Statuto e le leggi dello Stato.
DEI DIRITTI E DEI DOVERI DEI CITTADINI
Art. 24. - Tutti i regnicoli, qualunque sia il loro titolo o grado, sono eguali dinanzi alla
legge. Tutti godono egualmente i diritti civili e politici, e sono ammissibili alle cariche
civili, e militari, salve le eccezioni determinate dalle Leggi.
Art. 25. - Essi contribuiscono indistintamente, nella proporzione dei loro averi, ai
carichi dello Stato.
Art. 26. - La libertà individuale è guarentita.
Niuno può essere arrestato, o tradotto in giudizio, se non nei casi previsti dalla
legge, e nelle forme ch'essa prescrive.
Art. 27. - Il domicilio è inviolabile. Niuna visita domiciliare può aver luogo se non in
forza della legge, e nelle forme ch'essa
prescrive.
Art. 28. - La Stampa sarà libera, ma una legge ne reprime gli abusi. Tuttavia le bibbie,
i catechismi, i libri liturgici e di preghiere non potranno essere stampati senza il
preventivo permesso del Vescovo.
Art. 29. - Tutte le proprietà, senza alcuna eccezione, sono inviolabili. Tuttavia
quando l'interesse pubblico legalmente accertato, lo esiga, si può essere tenuti a
cederle in tutto o in parte, mediante una giusta indennità conformemente alle leggi.
Art. 30. - Nessun tributo può essere imposto o riscosso se non è stato consentito
dalle Camere e sanzionato dal Re.
Art. 31. - Il debito pubblico è garantito. Ogni impegno dello Stato verso i suoi
creditori è inviolabile.
Art. 32. - E' riconosciuto il diritto di adunarsi pacificamente e senz'armi,
uniformandosi alle leggi che possono regolarne
l'esercizio nell'interesse della cosa pubblica. Questa disposizione non è applicabile
alle adunanze in luoghi pubblici, od aperti al pubblico, i quali rimangono
intieramente soggetti alle leggi di polizia.
DEL SENATO
Art. 33. - Il Senato è composto di membri nominati a vita dal Re, in numero non
limitato, aventi l'età, di quarant'anni compiuti, e scelti nelle categorie seguenti:
· 1° Gli Arcivescovi e Vescovi dello Stato;
· 2° Il Presidente della Camera dei Deputati;
· 3° I Deputati dopo tre legislature, o sei anni di esercizio;
· 4° I Ministri di Stato;
· 5° I Ministri Segretarii di Stato;
· 6° Gli Ambasciatori;
· 7° Gli Inviati straordinarii, dopo tre anni di tali funzioni;
· 8° I Primi Presidenti e Presidenti del Magistrato di Cassazione e della Camera
dei Conti;
· 9° I Primi Presidenti dei Magistrati d'appello;
· 10° L'Avvocato Generale presso il Magistrato di Cassazione, ed il Procuratore
Generale, dopo cinque anni di funzioni;
· 11° I Presidenti di Classe dei Magistrati di appello, dopo tre anni di funzioni;
· 12° I Consiglieri del Magistrato di Cassazione e della Camera dei Conti, dopo
cinque anni di funzioni;
· 13° Gli Avvocati Generali o Fiscali Generali presso i Magistrati d'appello, dopo
cinque anni di funzioni;
· 14° Gli Uffiziali Generali di terra e di mare. Tuttavia i Maggiori Generali e i
Contr'Ammiragli dovranno avere da cinque anni
quel grado in attività;
· 15° I Consiglieri di Stato, dopo cinque anni di funzioni;
· 16° I Membri dei Consigli di Divisione, dopo tre elezioni alla loro presidenza;
· 17° Gli Intendenti Generali, dopo sette anni di esercizio;
· 18° I membri della Regia Accademia delle Scienze, dopo sette anni di nomina;
· 19° I Membri ordinarii del Consiglio superiore d'Istruzione pubblica, dopo
sette anni di esercizio;
· 20° Coloro che con servizi o meriti eminenti avranno illustrata la Patria;
· 21° Le persone, che da tre anni pagano tremila lire d'imposizione diretta in
ragione de' loro beni, o della loro industria.
Art. 34. - I Principi della Famiglia Reale fanno di pien diritto parte del Senato. Essi
seggono immediatamente dopo il
Presidente. Entrano in Senato a vent'un anno, ed hanno voto a venticinque.
Art. 35. - Il Presidente e i Vice-Presidenti del Senato sono nominati dal Re. Il Senato
nomina nel proprio seno i suoi Segretarii.
Art. 36. - Il Senato è costituito in Alta Corte di Giustizia con decreto del Re per
giudicare dei crimini di alto tradimento, e di
attentato alla sicurezza dello Stato, e per giudicare i Ministri accusati dalla Camera
dei Deputati. In questi casi il Senato non è capo politico. Esso non può occuparsi se
non degli affari giudiziarii, per cui fu convocato, sotto pena di nullità.
Art. 37. - Fuori del caso di flagrante delitto, niun Senatore può essere arrestato se
non in forza di un ordine del Senato. Esso è solo competente per giudicare dei reati
imputati ai suoi membri.
Art. 38. - Gli atti, coi quali si accertano legalmente le nascite, i matrimoni e le morti
dei Membri della Famiglia Reale, sono
presentati al Senato, che ne ordina il deposito ne' suoi archivi.
DELLA CAMERA DEI DEPUTATI
Art. 39. - La Camera elettiva è composta di Deputati scelti dai Collegii Elettorali
conformemente alla legge.
Art. 40. - Nessun Deputato può essere ammesso alla Camera, se non è suddito del
Re, non ha compiuta l'età di trent'anni, non gode i diritti civili e politici, e non
riunisce in sé gli altri requisiti voluti dalla legge.
Art. 41. - I Deputati rappresentano la Nazione in generale, e non le sole provincie in
cui furono eletti. Nessun mandato
imperativo può loro darsi dagli Elettori.
Art. 42. - I Deputati sono eletti per cinque anni: il loro mandato cessa di pien diritto
alla spirazione di questo termine.
Art. 43. - Il Presidente, i Vice-Presidenti e i Segretarii della Camera dei Deputati sono
da essa stessa nominati nel proprio seno al principio d'ogni sessione per tutta la sua
durata.
Art. 44. - Se un Deputato cessa, per qualunque motivo, dalle sue funzioni, il Collegio
che l'aveva eletto sarà tosto convocato per fare una nuova elezione.
Art. 45. - Nessun Deputato può essere arrestato, fuori del caso di flagrante delitto,
nel tempo della sessione, né tradotto in
giudizio in materia criminale, senza il previo consenso della Camera.
Art. 46. - Non può eseguirsi alcun mandato di cattura per debiti contro di un
Deputato durante la sessione della Camera, come neppure nelle tre settimane
precedenti e susseguenti alla medesima.
Art. 47. - La Camera dei Deputati ha il diritto di accusare i Ministri del Re, e di
tradurli dinanzi all'Alta Corte di Giustizia.
DISPOSIZIONI COMUNI ALLE DUE CAMERE
Art. 48. - Le sessioni del Senato e della Camera dei Deputati cominciano e finiscono
nello stesso tempo. Ogni riunione di una Camera fuori del tempo della sessione
dell'altra è illegale, e gli atti ne sono intieramente nulli.
Art. 49. - I Senatori ed i Deputati prima di essere ammessi all'esercizio delle loro
funzioni prestano il giuramento di essere fedeli al Re di osservare lealmente lo
Statuto e le leggi dello Stato e di esercitare le loro funzioni col solo scopo del bene
inseparabile del Re e della Patria.
Art. 50. - Le funzioni di Senatore e di Deputato non danno luogo ad acuna
retribuzione od indennità.
Art. 51. - I Senatori ed i Deputati non sono sindacabili per ragione delle opinioni da
loro emesse e dei voti dati nelle Camere.
Art. 52 - Le sedute delle Camere sono pubbliche. Ma, quando dieci membri ne
facciano per iscritto la domanda, esse possono deliberare in segreto.
Art. 53. - Le sedute e le deliberazioni delle Camere non sono legali né valide, se la
maggiorità assoluta dei loro membri non è presente.
Art. 54. - Le deliberazioni non possono essere prese se non alla maggiorità de' voti.
Art. 55. - Ogni proposta di legge debb'essere dapprima esaminata dalle Giunte che
saranno da ciascuna Camera nominate per i lavori preparatorii. Discussa ed
approvata da una Camera, la proposta sarà trasmessa all'altra per la discussione ed
approvazione; e poi presentata alla sanzione del Re.
Le discussioni si faranno articolo per articolo.
Art. 56. - Se un progetto di legge è stato rigettato da uno dei tre poteri legislativi,
non potrà essere più riprodotto nella stessa sessione.
Art. 57. - Ognuno che sia maggiore di età ha il diritto di mandare petizioni alle
Camere, le quali debbono farle esaminare da una Giunta, e, dopo la relazione della
medesima, deliberare se debbano essere prese in considerazione, ed, in caso
affermativo, mandarsi al Ministro competente, o depositarsi negli uffizii per gli
opportuni riguardi.
Art. 58. - Nissuna petizione può essere presentata personalmente alle Camere.
Le Autorità costituite hanno solo il diritto di indirizzar petizioni in nome collettivo.
Art. 59. - Le Camere non possono ricevere alcuna deputazione, né sentire altri, fuori
dei proprii membri, dei Ministri, e dei
Commissarii del Governo.
Art. 60. - Ognuna delle Camere è sola competente per giudicare della validità, dei
titoli di ammessione dei proprii membri.
Art. 61. - Così il Senato, come la Camera dei Deputati, determina per mezzo d'un suo
Regolamento interno, il modo secondo il quale abbia da esercitare le proprie
attribuzioni.
Art. 62. - La lingua italiana è la lingua officiale delle Camere. E' però facoltativo di
servirsi della francese ai membri, che
appartengono ai paesi, in cui questa è in uso, od in risposta ai medesimi.
Art. 63. - Le votazioni si fanno per alzata e seduta, per divisione; e per isquittinio
segreto. Quest'ultimo mezzo sarà sempre
impiegato per la votazione del complesso di una legge, e per ciò che concerne al
personale.
Art. 64. - Nessuno può essere ad un tempo Senatore e Deputato.
DEI MINISTRI
Art. 65. - Il Re nomina e revoca i suoi Ministri.
Art. 66. - I Ministri non hanno voto deliberativo nell'uno o nell'altra Camera se non
quando ne sono membri. Essi vi hanno
sempre l'ingresso, e debbono essere sentiti sempre che lo richieggano.
Art. 67. - I Ministri sono risponsabili. Le Leggi e gli Atti del Governo non hanno
vigore, se non sono muniti della firma di un Ministro.
DELL'ORDINE GIUDIZIARIO
Art. 68, - La Giustizia emana dal Re, ed è amministrata in suo Nome dai Giudici
ch'Egli istituisce.
Art. 69. - I Giudici nominati dal Re, ad eccezione di quelli di mandamento, sono
inamovibili dopo tre anni di esercizio.
Art. 70. - I Magistrati, Tribunali, e Giudici attualmente esistenti sono conservati. Non
si potrà derogare all'organizzazione
giudiziaria se non in forza di una legge.
Art. 71. - Niuno può essere distolto dai suoi Giudici naturali. Non potranno perciò
essere creati Tribunali o Commissioni
straordinarie.
Art. 72 - Le udienze dei Tribunali in materia civile, e i dibattimenti in materia
criminale saranno pubblici conformemente alle
leggi.
Art. 73. - L'interpretazione delle leggi, in modo per tutti obbligatorio, spetta
esclusivamente al potere legislativo.
DISPOSIZIONI GENERALI
Art. 74. - Le istituzioni comunali e provinciali, e la circoscrizione dei comuni e delle
provincie sono regolati dalla legge.
Art. 75. - La Leva militare è regolata dalla legge.
Art. 76. - E' istituita una Milizia Comunale sovra basi fissate dalla legge.
Art. 77. - Lo Stato conserva la sua bandiera: e la coccarda azzurra è la sola nazionale.
Art. 78. - Gli Ordini Cavallereschi ora esistenti sono mantenuti con le loro dotazioni.
Queste non possono essere impiegate in altro uso fuorché in quello prefisso dalla
propria istituzione. Il Re può creare altri Ordini, e prescriverne gli statuti.
Art. 79. - I titoli di nobiltà sono mantenuti a coloro, che vi hanno diritto. Il Re può
conferirne dei nuovi.
Art. 80. - Niuno può ricevere decorazioni, titoli, o pensioni da una potenza estera
senza l'autorizzazione del Re.
Art. 81. - Ogni legge contraria al presente Statuto è abrogata.
DISPOSIZIONI TRANSITORIE
Art. 82. - Il presente Statuto avrà il pieno suo effetto dal giorno della prima riunione
delle due Camere, la quale avrà luogo
appena compiute le elezioni. Fino a quel punto sarà provveduto al pubblico servizio
d'urgenza con Sovrane disposizioni
secondo i modi e le forme sin qui seguite, ommesse tuttavia le interinazioni e
registrazioni dei Magistrati, che sono fin d'ora
abolite.
Art. 83. - Per l'esecuzione del presente Statuto il Re si riserva di fare le leggi sulla
Stampa, sulle Elezioni, sulla Milizia comunale, e sul riordinamento del Consiglio di
Stato.
Sino alla pubblicazione della legge sulla Stampa rimarranno in vigore gli ordini
vigenti a quella relativi.
Art. 84. - I Ministri sono incaricati e responsabili della esecuzione e della piena
osservanza delle presenti disposizioni
transitorie. Dato in Torino addì quattro del mese di marzo l'anno del Signore mille
ottocento quarantotto, e del Regno Nostro il decimo ottavo.

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